OPERATRICE CULTURALE e GRAFICA • CONSULENTE e REDATTORE EDITORIALE

L’uomo appartiene alla Terra

15 Marzo, 2021

Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L’idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell’aria, lo scintillio dell’acqua sotto il sole come è che voi potete acquistarli? Ogni parco di questa terra è sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura ogni ronzio di insetti è sacro nel ricordo e nell’esperienza del mio popolo. La linfa che cola negli alberi porta con sé il ricordo dell’uomo rosso. Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cavallo, la grande aquila sono i nostri fratelli, la cresta rocciosa, il verde dei prati, il calore dei pony e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. Quest’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non è solamente acqua, per noi è qualcosa di immensamente significativo: è il sangue dei nostri padri.
I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete. I fiumi sostengono le nostre canoe, sfamano i nostri figli. Se vi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordarvi, e insegnarlo ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri e i vostri fratelli e dovrete dimostrare per fiumi lo stesso affetto che dimostrerete ad un fratello. Sappiamo che l’uomo bianco non comprende i nostri costumi. Per lui una parte di terra è uguale all’altra, perché è come uno straniero che arriva di notte e alloggia nel posto che più gli conviene. La terra non è suo fratello, anzi è suo nemico e quando l’ha conquistata va oltre, più lontano.
Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere come si fa con i montoni o con le pietre preziose. Il suo appetito divorerà tutta la terra e a lui non resterà che il deserto.
Non esiste un posto accessibile nelle città dell’uomo bianco. Non esiste un posto per vedere le foglie e i fiori sbocciare in primavera, o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse è perché io sono un selvaggio e non posso capire. Il baccano sembra insultare le orecchie. E quale interesse può avere l’uomo a vivere senza ascoltare il rumore delle capre che succhiano l’erba o il chiacchierio delle rane, la notte, attorno ad uno stagno?
Io sono un uomo rosso e non capisco. L’indiano preferisce il dolce suono del vento che slanciandosi come una freccia accarezza la faccia dello stagno, e preferisce l’odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina, o profumato dal pino pieno di pigne. L’aria è preziosa per l’uomo rosso, giacché tutte le cose respirano con la stessa aria: le bestie, gli alberi, gli uomini tutti respirano la stesa aria. L’uomo bianco non sembra far caso all’aria che respira. Come un uomo che impiega parecchi giorni a morire resta insensibile alle punture. Ma se noi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordare che l’aria per noi è preziosa, che l’aria divide il suo spirito con tutti quelli che fa vivere.
Il vento che ha dato il primo alito al Nostro Grande Padre è lo stesso che ha raccolto il suo ultimo respiro. E se noi vi vendiamo le nostre terre voi dovrete guardarle in modo diverso, tenerle per sacre e considerarle un posto in cui anche l’uomo bianco possa andare a gustare il vento reso dolce dai fiori del prato. Considereremo l’offerta di acquistare le nostre terre.
Ma se decidiamo di accettare la proposta io porrò una condizione: l’uomo bianco dovrà rispettare le bestie che vivono su questa terra come se fossero suoi fratelli. Che cos’è l’uomo senza le bestie?
Se tutte le bestie sparissero, l’uomo morirebbe di una grande solitudine nello spirito. Poiché ciò che accade alle bestie prima o poi accade anche all’uomo. Tutte le cose sono legate tra loro. Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che essi calpestano è fatto dalle ceneri dei nostri padri. Affinché i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa è arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra è la madre di tutti noi. Tutto ciò che di buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all’uomo, bensì è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate fra loro. Tutto ciò che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli. Non è l’uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso. C’è una cosa che noi sappiamo e che forse l’uomo bianco scoprirà presto: il nostro Dio è lo stesso vostro Dio. Voi forse pensate che adesso lo possedete come volete possedere le nostre terre ma non lo potete. Egli è il Dio dell’uomo e la sua pietà è uguale per tutti: tanto per l’uomo bianco quanto per l’uomo rosso. Questa terra per lui è preziosa. Dov’è finito il bosco? È scomparso. Dov’è finita l’aquila?  scomparsa. È la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.

[Capo Indiano Seattle]

Nel 1854 il presidente degli Stati Uniti, il Grande Bianco di Washington, si offrì di acquistare una parte del territorio indiano e promise di istituirvi una riserva per il popolo indiano. Il testo sopra riportato è la risposta del capo indiano Seattle, considerata ancora oggi la più bella, la più profonda dichiarazione mai fatta sull’ambiente.
In un momento così particolare della nostra storia, penso sia fondamentale ripensare a queste parole che dopo 167 anni sono più che mai attuali.
L’uomo occidentale, sradicato dalla terra, tende a rapportarsi con l’ecosistema e le sue risorse in modo quantitativo, a voler dominare la natura, che considera regolata da leggi fisiche oggettive e che crede di poter manipolare a suo piacimento attraverso la conoscenza di tali leggi. Così si compie il disincanto del mondo e si elimina il mistero della vita.
Nella visione arcaica delle civiltà che instaurano un rapporto sacro con la terra, la natura è invece considerata un organismo vivente, collegata a leggi di ordine cosmico. Per gli indiani l’uomo è immerso in un universo misterioso. La terra non è solo utile, è un modo di vivere, una totalità a cui si sente radicato come un albero al terreno. L’uomo delle Ande co-esiste con ciò che lo circonda, partecipando agli avvenimenti della natura.
La terra è la Grande Madre – Pachamama – la base della vita, la fonte di ogni nutrimento. Il termine Pachamama ha nel pensiero andino implicazioni filosofiche profonde. Pacha significa tempo e spazio, il mondo animato nella sua totalità. Mama significa madre. La Pachamama è eterna perché è la madre del tempo e dello spazio, è cosmica perché è madre di tutti, ed è unica perché il pianeta Terra è uno nell’immensità dell’Universo.
Gli indiani del Sud America sanno che siamo tutti fratelli e sorelle e che le piante, le pietre, gli animali e tutto quanto esiste va rispettato e curato, perché non ci appartiene, è soltanto dato in prestito come aiuto alla nostra evoluzione spirituale. Ci ricordano che non è la Terra che appartiene all’uomo, ma l’uomo che appartiene alla Terra.

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra?
[Versicoli quasi ecologici, Giorgio Caproni]

Papa Francesco inserisce spesso, nei suoi discorsi, le problematiche ambientali. Durante lo workshop sull’ambiente tenutosi il 21 luglio del 2015, asserì:
Prendersi cura dell’ambiente significa avere un atteggiamento di ecologia umana. Non possiamo dire, cioè, che la persona sta qui e il creato, l’ambiente stanno lì. L’ecologia è totale, è umana. Non si può separare l’uomo dal resto; c’è una relazione che incide in maniera reciproca, sia dell’ambiente sulla persona, sia della persona nel modo in cui tratta l’ambiente; ed anche l’effetto rimbalzo contro l’uomo quando l’ambiente viene maltrattato. Nella società, nella vita sociale dell’uomo, non possiamo prescindere dalla cura dell’ambiente. La cura dell’ambiente è un atteggiamento sociale, che ci socializza.

Come la luce,
Delizia senza forma
E come l’ape,
Melodia senza tempo
Come i boschi,
Segreto come brezza
Che, senza frasi, agita
Gli alberi più superbi

Come il mattino,
Perfetto sul finire,
Quando orologi immortali
Suonano mezzogiorno!

[Il vento, Emily Dickinson]

Poeti e musicisti nel corso dei secoli hanno dedicato i loro versi alla bellezza del pianeta Terra, ma anche alla sua fragilità, alla prepotenza dell’uomo che ne ha intaccato la ricchezza. Il 26 gennaio 1917, Giuseppe Ungaretti scriveva il più famoso componimento, ricordato dagli studenti di tutto il mondo:
M’illumino d’immenso
Quattro parole soltanto per esaltare la bellezza del mattino. I versi sono stati scritti sul fronte del Carso, durante la Prima Guerra Mondiale.

E l’acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte.
Un’isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è viva
invece le porta la morte perché è radioattiva.
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori, li bacia e non li coglie.
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all’istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario.
E presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle, la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori.
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori, li bacia e non li coglie.
Eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli.
Eppure il vento soffia ancora.

[Eppure soffia, Pierangelo Bertoli]

In quest’ultimo anno in cui stiamo vivendo una pandemia mondiale, abbiamo potuto notare il rapido cambiamento del paesaggio urbano: la crescita di erbe selvatiche a Roma tra i selci di piazza Navona, la presenza di passeri e merli nei quartieri cittadini, la purezza dell’aria; l’avvistamento dalle balenottere nello Stretto di Messina, della volpe a Firenze; la danza dei delfini nel Golfo di Napoli; l’aquila nera che volteggia sui cieli di Milano; le acque limpide della laguna di Venezia e del maggiore fiume italiano, il Po.
Si è riscoperto il piacere del giardinaggio ed ecco spuntare piccoli orti sui terrazzi.

Anche tu sei collina
e sentiero di sassi
e gioco nei canneti,
e conosci la vigna
che di notte tace.
Tu non dici parole.
C’è una terra che tace
e non è terra tua.
C’è un silenzio che dura
sulle piante e sui colli.
Ci son acque e campagne.
Sei un chiuso silenzio
che non cede, sei labbra
e occhi bui. Sei la vigna.
È una terra che attende
e non dice parola.
Sono passati giorni
sotto cieli ardenti.
Tu hai giocato alle nubi.
È una terra cattiva
la tua fronte lo sa.
Anche questo è la vigna.
Ritroverai le nubi
e il canneto, e le voci
come un’ombra di luna.
Ritroverai parole
oltre la vita breve
e notturna dei giochi,
oltre l’infanzia accesa.
Sarà dolce tacere.
Sei la terra e la vigna.
Un acceso silenzio
brucerà la campagna
come i falò la sera.
[Anche tu sei collina, Cesare Pavese]

Charles Darwin, lo straordinario botanico, nelle oltre cinquecento pagine del suo fondamentale saggio, attraverso un’analisi prettamente scientifica, trova riscontri a tutte le sue ipotesi sulle piante quali esseri intelligenti e non affatto organismi inferiori.
Lo scienziato Stefano Mancuso insieme alla giornalista Alessandra Viola nella pubblicazione Verde Brillante ci accompagnano allo scoperta dei cinque sensi delle piante che come gli altri esseri viventi hanno una personalità, scambiano informazioni, interagiscono con gli animali, creano relazioni e molto altro.

La terra vi concede generosamente i suoi frutti,
e non saranno scarsi se solo saprete riempirvi le mani.
E scambiandovi i doni della terra
scoprirete l’abbondanza e sarete saziati.
Ma se lo scambio non avverrà in amore
e in generosa giustizia,
renderà gli uni avidi e gli altri affamati.
Quando voi, lavoratori del mare dei campi
e delle vigne, incontrate sulle piazze del mercato
i tessitori e i vasai e gli speziali,
invocate lo spirito supremo della terra
affinché scenda in mezzo a voi
a santificare le bilance e il calcolo,
affinché il valore corrisponda a valore.
E non tollerate che tratti con voi chi ha la mano sterile,
perché vi renderà chiacchiere in cambio della vostra fatica.
A tali uomini direte: «Seguiteci nei campi
o andate con i nostri fratelli a gettare le reti nel mare.
La terra e il mare saranno con voi generosi
quanto con noi».
E se là verranno i cantori,
i danzatori e i suonatori di flauto,
comprate pure i loro doni.
Anch’essi sono raccoglitori
di incenso e di frutti, e ciò che vi offrono,
benché sia fatto della sostanza dei sogni,
distillano ornamento e cibo all’anima vostra.
E prima di lasciare la piazza del mercato,
badate che nessuno vada via a mani vuote.
Poiché lo spirito supremo della terra
non dormirà in pace nel vento
sino a quando il bisogno dell’ultimo di voi
non sarà appagato.
[Kahlil Gibran]

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Serena Dandini

Il suo nome completo è Serena Dandini de Sylva.
Dopo aver ideato e presentato numerosi programmi televisivi come La tv delle ragazzeAvanziPippo Chennedy Show e L’ottavo nano, dal 2004 conduce su RaiTre il talk show Parla con me.
Inoltre dal 2001 è Direttore artistico del Teatro Ambra Jovinelli di Roma.
Il suo esordio letterario è Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini edito da Rizzoli nel 2011; del 2013 Ferite e morte un libro sulla violenza contro le donne (Rizzoli); del 2015 è il suo primo romanzo, Il futuro di una volta e del 2016 Avremo sempre Parigi. Passeggiate sentimentali in disordine alfabetico; del 2018 è Il catalogo delle donne donne valorose, una raccolta di biografie di donne passate alla storia per il loro coraggio.
Precedentemente sono stati pubblicati in dvd gli spettacoli Amo con Neri Marcorè (Rizzoli 2006) e Lorenzo e la maturità con Corrado Guzzanti (Rizzoli 2005).

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Karen Peralta

Karen Peralta è nata a Città del Messico nel 1976. Il suo amore per i viaggi e per le culture straniere l’ha portata a girare il mondo. Ha vissuto in diversi Paesi, prima di stabilirsi definitivamente ad Amburgo. 

Tutti i ricordi dimenticati è il suo primo romanzo.

Matteo Bussola

Matteo Bussola è nato a Verona nel 1971. Laureato in Architettura, Fumettista. Lavora con diverse case editrici di fumetti, italiane e straniere: Eura Editoriale (oggi Aurea), Star Comics, Soleil e Humanoides Associés. Nel 2011, insieme a Paola Barbato, crea il web-comic Davvero, poi pubblicato sotto il marchio Star Comics. Nel 2012 collabora con Sergio Bonelli Editore, entrando a far parte dello staff di disegnatori della serie Adam Wild. Tiene una rubrica settimanale su Robinson dal titolo Storie alla finestra, e conduce con Federico Taddia, su Radio 24, il programma settimanale sul ruolo dei nuovi padri, I padrieterni.
Il suo primo libro, Notti in bianco, baci a colazione è del 2016 per Einaudi. Seguono: Sono Puri i loro sogni. Lettera a noi genitori sulla scuola (2017), La vita fino a te (2018) e L’invenzione di noi due (2020). Nel 2021 ha pubblicato, con Salani, il libro per ragazzi Viola e il Blu.

Ilaria Tuti

Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Il thriller Fiori sopra l’inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d’esordio. Il secondo romanzo, Ninfa dormiente, è del 2019. Entrambi vedono come protagonisti il commissario Teresa Battaglia, uno straordinario personaggio che ha conquistato editori e lettori in tutto il mondo, e soprattutto la terra natia dell’autrice, la sua storia, i suoi misteri. Con Fiore di roccia (2020), e attraverso la voce di Agata Primus, Ilaria Tuti celebra un vero e proprio atto d’amore per le sue montagne, dando vita a una storia profonda e autentica. Nel 2021, con Luce della notte, torna alle storie di Teresa Battaglia. Del 2021 è anche la nomina di Ninfa dormiente agli Edgar Awards.

Francesco Dimitri

Francesco Dimitri (1981) è un romanziere e saggista italiano che da diversi anni vive a Londra. Scrive, collabora con riviste, agenzie di comunicazione e blog. Si occupa anche di storytelling per il business e di corporate training. In Italia il suo Pan (Marsilio, 2008) è stato definito un caso letterario. Con la casa editrice Salani ha pubblicato Alice nel paese della vaporità (2010) e L’età sottile (2013). Nel 2019 è uscito Il potere della meraviglia (Bur). Insegna alla School of Life di Alain de Botton.

Rebecca Fleet

Rebecca Fleet ha studiato a Oxford e lavora nel marketing. Vive a Londra. L’ospite crudele (Longanesi 2019) è stato il suo romanzo d’esordio, seguito nel 2021 da La seconda sposa.

Donatella Di Pietrantonio

Donatella vive a Penne, in Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico.
Ha esordito con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Per Einaudi ha pubblicato L’Arminuta (2017 e 2019), vincitore del Premio Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.

Enrica Mambretti

Enrica affronta la vita sempre con grande intensità. La passione per gli animali l’ha portata a svolgere la professione di medico veterinario. Ama viaggiare e camminare. Da sola ha percorso circa 1.000 km a piedi sul cammino di Santiago. La scrittura è da sempre una sua passione e le sue opere sono state premiate in numerosi concorsi e pubblicate in diverse antologie. Ha pubblicato “In cammino verso Santiago” (2015), “Paso Doble” (2017), “Limpida è la notte” (2019, vincitore di diversi premi), “Come nuvole innamorate” (2020, Premio Giovane Holden).

Timothy Schaffert

Timothy è cresciuto in una fattoria nel Nebraska e ora vive a Omaha. Autore acclamato da pubblico e critica oltreoceano, insegna scrittura creativa e letteratura inglese all’Università di Nebraska-Lincoln.

Katherine Slee

Katherine si è laureata in storia moderna alla Oxford University. Ha lasciato il caotico mondo della finanza per dedicarsi alla famiglia e alla scrittura. Adora Star Wars, la Francia e il gelato. Il manoscritto delle nuove promesse è il suo romanzo d’esordio.

Silvano Zecchin

Silvano è nato a Pontecchio Polesine nel 1952, un piccolo centro contadino della provincia di Rovigo. Dal 1969 risiede a Rivoli Torinese.
Nel 2018 pubblica l’antologia personale Le mie parole per Semen Editore. Attualmente dirige un laboratorio di poesia all’UniTre di Rivoli Torinese.

Marco Giangrande

Marco (1970), salentino d’origine, napoletano di formazione, una laurea in Economia suo malgrado. Una seconda, in cantiere, in Storia Contemporanea. Vive e lavora a Milano da troppo tempo, trascorre le sere a studiare appassionatamente Colonialismo e Guerra Fredda, le notti a scrivere storie di innocenti evasioni e le estati a coltivare la sua passione più invereconda: massacranti viaggi low cost verso improbabili luoghi del Sud del mondo, trascinando con sé una moglie misteriosamente ancora entusiasta e tre figli oramai rassegnati. Che male c’è è il suo romanzo d’esordio.

Marco Balzano

Marco è nato a Milano nel 1978, dove vive e lavora come insegnante di liceo. Ha esordito nel 2007 con la raccolta di poesie Particolari in controsenso. Nel 2008 è uscito il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo. Il suo primo romanzo è Il figlio del figlio, tradotto in Germania presso l’editore Kunstmann.
A questo primo romanzo hanno fatto seguito Pronti a tutte le partenzeL’ultimo arrivato, con il quale vince nel 2015 il premio Campiello. Altre pubblicazioni con Einaudi: Resto qui (2018), Le parole sono importanti (2019) e Quando tornerò (2021). 

Viola Di Grado

Viola è nata a Catania nel 1987. Il suo primo romanzo, Settanta acrilico trenta lana, pubblicato a 23 anni, ha vinto il premio Campiello Opera Prima, il premio Rapallo Carige Opera Prima ed è stato finalista al premio Strega. Il suo secondo romanzo, Cuore Cavo, è stato finalista all’International DUBLIN Literary Award, ai PEN Translation Awards e agli IPTA Awards. Le sue opere sono tradotte in dodici paesi. Nel 2016 pubblica Bambini di ferro. Nel 2019 ha pubblicato Fuoco al cielo, vincitore del premio Viareggio Selezione della Giuria. Viola si è laureata in lingue orientali a Torino. Ha viaggiato in Cina e Giappone e si è specializzata in filosofia cinese a Londra. Fame blu è il suo nuovo romanzo. I suoi libri sono tradotti in diversi paesi.

Antonio Manzini

Antonio, attore e sceneggiatore, romano (allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica), ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l’antologia Crimini.
Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi).
Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007).
Un suo racconto è uscito nell’antologia Capodanno in giallo (Sellerio 2012).
Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014).
Nel 2015 pubblica Non è stagione (Sellerio), Era di maggio (Sellerio) e Sull’orlo del precipizio (Sellerio). Del 2016 è Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio). Altri suoi romanzi pubblicati con Sellerio sono: 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), La giostra dei criceti (2017), L’anello mancante, Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ogni riferimento è puramente casuale (2019), Gli ultimi giorni di quiete (2020), Vecchie conoscenze (2021) e Le ossa parlano (2022).

Clara Sánchez

Clara è l’unica scrittrice ad aver vinto con i suoi romanzi i tre più importanti premi letterari spagnoli: il premio Alfaguara con La meraviglia degli anni imperfetti, il premio Nadal con Il profumo delle foglie di limone, bestseller che ha venduto un milione di copie, in cima alle classifiche di vendita per anni, e il premio Planeta con Le cose che sai di me. In Italia sono tutti pubblicati da Garzanti, insieme a La voce invisibile del vento, Le mille luci del mattinoEntra nella mia vita, La forza imprevedibile delle parole, L’amante silenziosoL’estate dell’innocenza e l’attesissimo seguito del ProfumoLo stupore di una notte di luce. Nel 2018 ha partecipato con un racconto all’antologia su madri e figli.

Pietro Nicolaucich

Pietro disegna fin da piccolo e da grande ne fa un mestiere. Vive tra i boschi del Friuli, dove scrive romanzi, racconti, poesie e libri per bambini. Ha vinto la XX edizione del Premio Fabrizio De André per la poesia.

Sandi Ward

Sandi è nata in Massachusetts e ora vive in New Jersey con la famiglia e la sua gatta nera, Winnie. Ha studiato scrittura creativa alla New York University e lavora come copywriter in un’agenzia pubblicitaria. Il gatto che soffiava via la tristezza è il suo romanzo d’esordio.

Emanuela Pulvirenti

Emanuela è un architetto e dottore di ricerca in Fisica Tecnica Ambientale con specializzazione in illuminotecnica. È anche insegnante di storia dell’arte. Nel 2001 ha fondato uno studio tecnico che cura l’illuminazione di musei, chiese e aree archeologiche. Ha scritto e curato diverse pubblicazioni e ha insegnato light design in diverse istituzioni universitarie. Nel 2011 ha aperto il blog Didatticarte, diventato, negli anni, uno dei siti di divulgazione artistica più seguiti in Italia. Per questa sua attività ha anche ricevuto dei premi e spesso viene invitata a tenere lezioni di arte in tv, nei webinar, negli incontri dedicati. Pubblica libri scolastici di storia dell’arte per Zanichelli.

Eshkol Nevo

Eshkol Nevo è nato a Gerusalemme nel 1971. Ha trascorso l’infanzia tra Israele e gli Stati Uniti per poi completare il suo percorso di studi a Tel Aviv. Inizialmente ha intrapreso la carriera di pubblicitario, poi abbandonata per dedicarsi alla letteratura. Inizia a pubblicare nel 2001 ma la notorietà arriva nel 2004 con il romanzo a più voci Nostalgia. Altri suoi romanzi sono La simmetria dei desideriNeulandSoli perduti e altri. Oggi insegna scrittura creativa in diverse istituzioni.  È risultato vincitore di diversi premi letterari in svariati luoghi del mondo. Il romanzo Tre piani ha ispirato Nanni Moretti nell’omonimo film, presentato a Cannes nel 2021.

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Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar (1957) è regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. A partire dal suo esuberante ingresso nel mondo del cinema nel corso degli anni ­Ottanta con film iconici come Donne sull’orlo di una crisi di nervi, fino a Madres paralelas del 2021, si è affermato come una delle voci più originali e apprezzate del cinema europeo. L’impatto del suo lavoro nella definizione culturale della Spagna post franchista è universalmente riconosciuto, e nel 2016 il MoMa di New York gli ha dedicato un’ampia retrospettiva. Con i suoi film ha vinto numerosi premi, tra cui due Oscar, cinque premi BAFTA, due Golden Globe, altrettanti Emmy Awards e premi del Festival di Cannes, oltre a sei Goya. Nel 2019 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia.

Ezio Forsano

Ezio Forsano è scrittore, sceneggiatore e regista. Scrive per diverse testate giornalistiche e su svariati blog. Si sta preparando ad allestire una scuola di recitazione per ragazzi: sua enorme aspirazione vista la passione per il teatro, da sempre radicata in lui. Legato e affascinato dal poeta Ovidio e dalle sue opere, a tal punto che esse diventano pura forza ispiratrice. Al suo nobile concittadino dedica e scrive oltre venti monologhi e tre opere teatrali. Riconoscimenti letterari ottenuti in concorsi a Napoli, Genova, Agrigento, Taranto, Avellino.

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