E così, Vecchio mio, stai per andar via. Tempo di resoconto, gioie e dolori, obiettivi raggiunti e mancati, sogni realizzati e perduti, sogni che resteranno ancora sogni.
Solo ieri eri un bimbo, con tanta di quella energia nelle gambe, curiosità negli occhi e inesperienza sulla pelle. Ascoltavi i grandi progetti che loro vantavano su di te: non ti apparivano né belli né brutti, ti scivolavano addosso come elemento estraneo al tuo corpo.
Quel corpo cresceva a vista d’occhio, lasciandoti meravigliato e innamorato di quanto provavi a capire. Corse a perdifiato, fossi saltati, inciampati, colmati. Giorni annoiati, perduti, ripresi.
Ti ha raggiunto la maturità e il tuo turno di arare, dare, imprecare, inondare, filtrare… proteggere. Più domande di quante eri preparato a sorreggere.
Ne hai fatta di strada, amico mio. Ciottoli presi a calci che ti hanno colpito come boomerang, rughe come sentieri scavati nella pelle, stanchezza nelle vene prim’ancora che nelle ossa.
Ed oggi che lentamente, inesorabilmente ti avvii verso il tuo ultimo cammino, nessuno si ricorda cosa hai dato, sei divenuto ingombro e già brindano al nuovo, come nuova promessa.
Vecchio mio, sarà fino il tuo ultimo soffio a rendere madre la terra, a donare respiro al domani.
Buonanotte 2019!