Il confine fra fiaba e favola è incerto e spesso i due generi narrativi e letterari vengono confusi e utilizzati in modo impreciso.
Entrambi sono spesso associati alla letteratura fanciullesca, anche se in modo improprio. La loro origine, infatti, soprattutto per quanto riguarda la fiaba, non è legata assolutamente ad un mondo prettamente infantile.
Affronteremo questo argomento in un altro momento; per ora ci limitiamo a descrivere le caratteristiche principali – e, quindi, anche similitudini e differenze – fra le due tipologie di narrazione, senza volerci addentrare in un’analisi approfondita ma soffermandoci ad un livello piuttosto approssimativo.
Entrambi i generi trovano origine nell’elaborazione del folclore e delle tradizioni, degli usi e dei costumi tramandati oralmente.
LA FAVOLA
Si tratta di una narrazione breve che ha come protagonisti persone e, più spesso, animali; più raramente piante e oggetti inanimati. I personaggi anche se provenienti dal mondo animale o inanimato, parlano e si comportano come persone alle prese con situazioni a volte paradossali. Rappresentano l’incarnazione delle stesse caratteristiche: il leone incarna la forza e la prepotenza, la formica è laboriosa e previdente, il lupo è crudele e feroce, la volpe è furba e subdola, l’agnello è sinonimo di docilità e affettuosità, il toro è vigoroso… A seconda delle loro caratteristiche e dei comportamenti che mettono in atto, essi rappresentano vizi e virtù degli uomini.
La vicenda si svolge in un luogo realistico: una casa, un campo coltivato, una strada, uno stagno… ed in un tempo indeterminato, generico [tempo remoto, una stagione dell’anno…] che conferisce alla storia un carattere universale.
La favola è un componimento “d’autore”, il suo linguaggio è curato.
Lo scopo della favola è fornire un insegnamento: trasmettere, attraverso una vicenda breve e semplice, una verità morale, relativa al giusto comportamento da adottare o ad un principio etico da seguire.
La favola è accompagnata da una morale, formulata esplicitamente alla fine della narrazione, spesso in rima perché sia più facile da ricordare.
Non sempre si assiste al lieto fine: può capitare che i cattivi abbiano la meglio sui buoni e l’insegnamento in questo caso serve a mettere in guardia da cattivi comportamenti o pericoli.
LA FIABA
La fiaba è una narrazione originaria della tradizione popolare, caratterizzata da racconti medio-brevi e centrati su avvenimenti e personaggi fantastici come fate, orchi, giganti, coinvolti in storie con a volte un sottinteso intento formativo o di crescita morale.
Come per la favola è ambientata in un tempo indeterminato. Spesso l’incipit è caratterizzato da espressioni come “c’era una volta…”, che collocano la vicenda in una dimensione temporale remota e non definita al punto da rendere il fattore tempo non fondamentale.
La presenza dell’elemento magico-fantastico è una caratteristica peculiare, che la differenzia dalla favola. Spesso sono presenti specchi, bacchette e altri oggetti con poteri magici; le vicende si svolgono in luoghi come boschi incantati, castelli senza tempo, regni fantastici…
Il suo linguaggio è ripetitivo: presenti espressioni quali: “tanto tanto tempo fa…”, “cammina cammina…” o formule magiche.
I personaggi prevedono protagonisti e antagonisti; figure inverosimili, inventate, spesso nate dalla fantasia popolare o mitica e che rappresentano dei concetti astratti. I fatti narrati sono spesso impossibili. Il protagonista ha solitamente un’impresa da compiere o un disagio/ostacolo da superare per raggiungere il proprio scopo.
Nella narrazione emerge sempre la presenza di elementi o personaggi opposti e contrastanti che raffigurano la contrapposizione tra bene e male. Il finale è sempre a lieto fine; coloro che si sono comportati in modo onesto, eroico, corretto vengono premiati; vincono valori come l’umiltà, la saggezza e il coraggio.